Siamo un gruppo di donne italiane profondamente indignate per il modo in cui il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata.
Non ci riferiamo solo alle vicende relazionali del premier, che trascendono la sfera personale e assumono un significato pubblico, ma soprattutto alle modalità di reclutamento del personale politico e ai comportamenti e discorsi sessisti che delegittimano con perversa e ilare sistematicità la presenza femminile sulla scena sociale e istituzionale.
Questi comportamenti, gravi sul piano morale, civile, culturale, minano la dignità delle donne e incidono negativamente sui percorsi di autonomia e affermazione femminili.
Il controllo che Berlusconi esercita sulla grande maggioranza dei media italiani, in spregio a ogni regola democratica, limita pesantemente le possibilità di esprimere dissenso e critica. Risulta difficile, quindi, far emergere l’ insofferenza di tante donne che non si riconoscono nell¹immagine femminile trasmessa dal premier e da chi gli sta intorno.
Come cittadine italiane, europee e del mondo, rivolgiamo un appello alle first ladies dei paesi coinvolti nel prossimo G 8 dell¹Aquila perché disertino l¹appuntamento italiano, per affermare con forza che la delegittimazione della donna in un paese offende e colpisce le donne di tutti i paesi.
Chiara Volpato (Professore Ordinario Università di Milano-Bicocca)
Angelica Mucchi Faina (Professore Ordinario Università di Perugia)
Anne Maass (Professore Ordinario Università di Padova)
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Angelica Mucchi Faina,
ssmucchi@unipg.it,
Dipartimento Istituzioni e Società